‘Ndrangheta nella Sibaritide. Leonardo Portoraro, il padrino ucciso a Villapiana mise pace tra i due clan in lotta

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Al capobastone si rivolse il titolare vessato di un’azienda chiedendo di essere protetto per via delle estorsioni subite

Leonardo Portoraro è stato assassinato nel giugno del 2018. Era seduto al tavolo di un bar ristorante di Villapiana: gustava una bibita fresca protetto dai tendoni antisole. Due killer armati di kalashnikov l’hanno steso prima che potesse abbozzare una reazione. “Narduzzo – così lo chiamavano – non era uno qualsiasi: la lunga detenzione patita senza mai aprire bocca ne aveva innalzato il carisma criminale. Nella Sibaritide si vantava d’essere stato lui a mettere pace tra i Forastefano e gli Abbruzzese. Un “merito” che nessuno gli ha riconosciuto considerata la fine che ha subito. Nell’inchiesta “Athena” il capobastone compare grazie a delle intercettazioni che ne dimostrano lo spessore delinquenziale.

Al padrino – amico da sempre di pezzi da novanta della ‘ndrangheta del Reggino – si rivolge il dipendente di un’azienda edile: le cose non vanni bene perché più volte esponenti della cosca Abbruzzese sono andati a prendere materiali senza poi passare a pagare. Portoraro ascolta il racconto dell’uomo e si lascia andare a una serie di confidenze, promettendo d’intervenire.
Alle lamentele ricevute, il capobastone risponde che deve chiedere notizie a Forastefano. «Io devo domandare solo a quello … per sapere la verità se c’è qualche cosa … hai capi? Ma se c’era
qualche cosa me lo diceva a me … Antò … hai capito quale è!».