di Gioacchino Saccà
Sequestro record di cocaina purissima al porto di Gioia Tauro: nella rete dei Carabinieri è finita oltre una tonnellata di “neve”. Esattamente 1.176 chilogrammi sono stati scoperti in un container refrigerato utilizzato ufficialmente per il trasporto di banane, proveniente dal Sud America e destinato in Germania, sbarcato nel porto calabrese nei giorni scorsi da una nave proveniente dalla Colombia.
Si tratta di uno dei più ingenti sequestri mai effettuati sul territorio nazionale eseguito a conclusione di una lunga e complessa operazione dei militari del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria che hanno agito unitamente ai finanzieri del Comando provinciale col supporto dei funzionari dello Svad-Agenzia delle Dogane di Gioia Tauro e col concorso operativo di funzionari dell’Europol.
La droga era abilmente occultata in 144 imballi celati all’interno del container che trasportava banane e si calcola che la stessa, soprattutto per le sue ottime qualità, una volta tagliata e immessa sul mercato avrebbe fruttato ai trafficanti e a quanti operano nel mondo dello spaccio almeno 250 milioni di euro.
Il risultato – considerato di non poca importanza – di quest’ultimo sequestro è frutto di uno sforzo congiunto di più componenti operative impegnate nel contrasto ai grandi traffici di sostanze stupefacenti, ovvero arriva dalla cooperazione internazionale di polizia assicurata dall’Arma col supporto della Direzione centrale servizi antidroga e di Europol e dall’impegno della Guardia di Finanza e dei funzionari doganali che ha consentito di enucleare un ristretto numero di container per i quali è stato possibile riconoscere un possibile “rischio”.
Tutta l’operazione è stata eseguita in perfetta sinergia ed è stato possibile scoprire e localizzare l’ingente quantitativo di cocaina grazie alle sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane che hanno consentito un primo importante controllo del container che trasportava la coca già dall’esterno dopo gli esami documentali che avevano destato i primi sospetti.
«Si tratta di uno dei più grossi sequestri mai effettuati al porto di Gioia Tauro. Oltre millecento chilogrammi – osserva il comandante provinciale dei Carabinieri, Giuseppe Battaglia – che sarebbero potuti diventare oltre 4 tonnellate di cocaina dopo il taglio. Il porto di Gioia Tauro continua a confermarsi il punto nevralgico per il traffico internazionale di stupefacenti gestito dalla ‘ndrangheta».
L’operazione – della quale è stata data tempestiva comunicazione alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri – ha avuto un significativo esito positivo grazie alla collaborazione, anche internazionale, tra le forze impegnate nel contrasto al narcotraffico con l’importante presenza dell’Agenzia Europea di Polizia che ha confermato la centralità della Piana e del porto di Gioia Tauro quale nodo di transito e smistamento per i grandi traffici di cocaina, in perfetta linea con i risultati di pregresse indagini dell’Arma nei confronti di clan di matrice ‘ndranghetistica impegnati nel traffico internazionale di stupefacenti (indagini “Solare”, “Crimine 3”, “Acero”, “Ares” ) e del Goa della Guardia di Finanza (“Puerto Liberado”,”Puerto Connection”, “Vulcano” e “Balboa”).
Sicuramente è importante e fondamentale il ruolo dei sistemi di controllo preventivi e di analisi del rischio che impegna le forze presenti nel porto di Gioia, considerato sempre strategico nelle rotte dello stupefacente (questo è il settimo sequestro del 2019 e l’ultimo, circa settanta chilogrammi, risale a poco più di dieci giorni addietro), che ha consentito soltanto negli ultimi dodici mesi di sequestrare più di due tonnellate e mezza di cocaina.
Fonte: Gazzetta del Sud