Comuni sciolti per infiltrazioni Solo l’8 per cento ha vinto il ricorso

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CALABRIA – La provincia più colpita rimane ancora Reggio Calabria, seguita da Vibo Valentia Catanzaro e Crotone

Agostino PerriLamezia Terme

Sindaco e consiglieri comunali di Lamezia hanno ormai varcato le porte del Municipio da un alcuni giorni ed a breve, probabilmente, sarà convocata pure una seduta del Consiglio. Tutto sembra tornato alla normalità: i 15 mesi di commissariamento appaiono un ricordo sbiadito.

Nelle ore seguenti l’arrivederci della triade commissariale però, si è sviluppato un dibattito sull’interezza della legge (221/91) inerente lo scioglimento dei Comuni. L’accoglimento del ricorso avallato con forza dal primo cittadino Paolo Mascaro infatti, ha messo in luce alcuni “buchi” della normativa: dal fatto che nessuno risarcirà i Comuni a quello che nessuno pagherà per gli errori commessi. E poi ancora: all’amministrazione in carica non dovrebbe essere abbonati i mesi di commissariamento? Forse, una rivisitazione della legge sarebbe opportuna, anche perché il “caso Lamezia” non è il solo. I dati sullo scioglimento dei Comuni possono aiutare a comprendere meglio la situazione.

L’anno di partenza è il 1991: a Taurianova, centro reggino con circa 17mila abitanti, scoppia una guerra di mafia che, in poco più di un anno, conta 33 vittime, 15 tentati omicidi, numerosi reati a scopo intimidatorio e forti condizionamenti all’amministrazione comunale. In una serie di incontri ministeriali successivi ai fatti delittuosi, fu approvato il decreto legge 164, recante “Misure urgenti per lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali e degli organi di altri enti locali, di tipo mafioso”, poi convertito nella legge 221 del 22 luglio 1991. I primi Comuni ad essere sciolti furono Taurianova e Casandrino nel Napoletano (2 agosto 1991). Da allora in Italia fino al 31 dicembre dell’anno scorso si contano 313 Comuni mandati a casa. Di questi, 27 (pari all’8,63%) sono stati annullati con sentenza del Tar. La Calabria è la regione con il più alto numero di Comuni sciolti: 108 (34,50%), non 109 come erroneamente riportano alcuni siti internet accreditati che calcolano Quarto (in provincia di Napoli) facente parte della “punta dello stivale”. Segue la Campania con 105 (33,55%) e la Sicilia con 75 (23,96%).

In merito ai ricorsi accolti è sempre la Calabria a comandare la graduatoria a quota 11, davanti a Campania (10), Sicilia (4) e Liguria (2).

Nella nostra regione, la provincia più colpita dalla 221/91 è Reggio Calabria con 60 Comuni sciolti (di cui 4 annullati). A seguire Vibo (21, con uno annullato), Catanzaro (14, con 3 annullamenti), Crotone (9, con 2 annullamenti) e Cosenza (4, con uno soltanto annullato).

Tra i Comuni calabresi più volte sciolti per mafia, sul gradino più alto del podio, con 3 scioglimenti a testa, si piazzano Gioia Tauro, Melito Porto Salvo, Platì, Roccaforte del Greco, San Ferdinando, Taurianova (tutti in provincia di Reggio), Briatico e Nicotera (Vibo). Altri 11 Comuni sono stati sciolti due volte: Lamezia Terme, Isola Capo Rizzuto, Bova Marina, Delianuova, Rizziconi, Rosarno, San Luca, Seminara, Siderno, Nardodipace e San Gregorio d’Ippona.

Il record (negativo)di Taurianova

I primi Comuni ad essere sciolti furono Taurianova e Casandrino nel Napoletano (2 agosto 1991). Da allora in Italia fino al 31 dicembre dell’anno scorso si contano 313 Comuni mandati a casa. Di questi, 27 (pari all’8,63%) sono stati annullati con sentenza del Tar.

La Calabria è la regione con il più alto numero di Comuni sciolti: 108 (34,50%), non 109 come erroneamente riportano alcuni siti internet accreditati che calcolano Quarto (in provincia di Napoli) facente parte della “punta dello stivale”. Segue la Campania con 105 (33,55%) e la Sicilia con 75 (23,96%). In merito ai ricorsi accolti è sempre la Calabria a comandare la graduatoria a quota 11, davanti a Campania (10), Sicilia (4) e Liguria (2).

Fonte: Gazzetta del Sud 4 marzo