La letteratura e la bellezza le armi contro la ’ndrangheta

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di Ivan Pugliese

Resistenza, contro la prevaricazione mafiosa, riscatto, perché la speranza di una società migliore rappresenta la speranza, bellezza che prima o poi salverà il mondo. Si è chiusa in un bagno di folla la tre giorni delle “Notti della Letteratura, della Resistenza, del Riscatto e della Bellezza” organizzate dalle associazioni “Ouitalos”, “Piana Città”, “Amici della Musica”, “Fogghj di luna” e dall’Osservatorio “Falcone-Borsellino” che ha fatto di Palmi l’ombelico culturale del territorio. Confronti, racconti, interviste si sono alternati sul palco della splendida villa comunale “Giuseppe Mazzini”, in un continuo alternarsi di ospiti che hanno spiegato al numeroso pubblico il loro concetto di resistenza, riscatto e bellezza.

Non ha fatto eccezione la serata conclusiva, diretta dal giornalista Arcangelo Badolati, dedicata al conferimento dei riconoscimenti dell’Osservatorio “Falcone-Borsellino” al presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Francesco Minisci, al procuratore Nicola Gatteri, agli attori Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane, Annalisa Insardà e Alessio Praticò, ai giornalisti Francesco Verderami, Riccardo Giacoia, Aldo Mantineo, Antonino Monteleone (inviato de “Le Iene”), Rocco Valenti e Tamara Ferrari, al coordinatore calabrese di Libera, Ennio Stamile e al sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Nel mezzo la presentazione del libro “Fiumi d’oro” ultima fatica letteraria del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri insieme con il giornalista Antonio Nicaso.

Il magistrato ha parlato della necessità di «dare risposte a tutti. Un ufficio deve essere organizzato e avere risorse. E dobbiamo essere ossessivi nel richiederle, in modo che gli altri si assumano una responsabilità nel dirti un si o un no». Ha evidenziato la diversità di norme esistenti in Europa nell’affrontare la problematica mafiosa: «Bisogna riflettere sulle carenze normative a livello europeo, la politica deve riflettere. Quando abbiamo affrontato i casi in Germania la magistratura tedesca ci ha chiesto con forza di fare noi i processi perché con le loro leggi, carenti in materia, non si sarebbe andati avanti. Ciò deve fare riflettere. Il potere politico europeo, se avesse interesse, saprebbe che le mafie in Europa commettono due tipologie di reati: vendono cocaina e con quei soldi comprano tutto ciò che in vendita, reati per i quali non serve il morto e allora la gente pensa di sentirsi al sicuro. In realtà sono due tipologie di reato che attentano alla salute dei cittadini e all’economia del Paese, perché soldi illegali introdotti fanno saltare le regole del libero mercato e, quindi, della democrazia. Chi rispetta le leggi, chi non ha soldi dai proventi della cocaina, deve prestarsi i soldi in banca, a questo punto è chiaro che non siamo in libera concorrenza, siamo in un sistema di carte truccate». Chiosando su come, alcune volte, le cose che accadono vengono raccontate: «Alcune volte mi interrogo: e se le mafie comprassero pezzi dell’informazione? Allora si rischierebbe di strumentalizzare, di avviare una strategia verso qualcuno».