Operazione “Flumen Luto” di Luigi Cristaldi

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CORIGLIANO ROSSANO, L’INCHIESTA RIGUARDA L’ALLUVIONE DELL’AGOSTO 2015 CHE PROVOCÒ NUMEROSI DANNI

Operazione “Flumen Luto” C’è l’accusa di disastro colposo

di Luigi Cristaldi

L’allarme e l’orrore di quei giorni a dir poco sconvolgenti non è servito a nulla. Subito dopo una tragedia a prevalere è la classica retorica verbale del «da ora in poi cambiano le regole», «bisogna controllare», «ora si cerchino i responsabili». La verità dei fatti, però, racconta ben altro. Suffragata dalle carte e dalle perizie tecniche dell’inchiesta “Flumen Luto” (dal latino “Fiume di fango”) condotta dalla Procura di Castrovillari e firmata dal capo dei pm Eugenio Facciolla e dal sostituto Valentina Draetta.

«S’è costruito senza rispettare le regole – ha spiegato Facciolla nel corso dei lavori della conferenza stampa di ieri presentando l’indagine – e stiamo cercando di ricostruire tutta la situazione». Questo è un intervento iniziale derivato da due fattori: il primo è evitare che situazioni di pericolo concreto possano rimanere sulla testa di soggetti ignari di questa situazione e, secondo, evitare quello che purtroppo si sta verificando e che i magistrati hanno constatato in queste ore. Nelle zone già oggetto di insediamenti abusivi, infatti, s’è continuato a costruire persino nell’alveo di un fiume nella zona di Rossano dove i carabinieri del nucleo forestale del comando provinciale di Cosenza hanno rilevato che è in corso la costruzione di un gruppo di palazzi. Una totale indifferenza e indolenza rispetto a quello che è accaduto e rispetto a quelle che sono le regole edilizie in questo territorio. «Parliamo – continua il Procuratore – di zone quasi tutte R4, rischio massimo per la vita oltre che per le cose, e poche R3, un’area in cui ci sono stati, in media, due eventi alluvionali all’anno. La situazione peggiora, non sono state fatte opere di bonifica o di risoluzione del rischio. Una situazione molto delicata che ha necessitato il nostro intervento. Se si va a deviare il corso di un fiume creando una sorta di curva artificiale dove il fiume dovrebbe, addirittura, risalire per poi incanalarsi chilometri più avanti in un altro torrente quando il suo corso naturale doveva sfociare a mare allora vuol dire che c’è qualcosa o qualcuno che ha determinato questa modifica. Se poi andiamo a vedere cosa c’è su quel tratto di fiume dove è stata realizzata la deviazione, due più due fa quattro, e allora possiamo dire che stiamo lavorando in quella direzione»

«“Flumen Luto” dimostra che dietro questi eventi – ha insistito il Procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini – c’è l’opera dell’uomo. Deviazione dei fiumi, corsi d’acqua ristretti, deviazioni, tombature, creazione di terreni coltivati dove c’era prima il greto del fiume e dove può verificarsi nuovamente un’inondazione, creazioni di edifici in zone ad alto rischio: una situazione completamente fuori controllo. Fondi europei che non sono stati spesi per mettere in sicurezza il territorio e territorio messo al di fuori di ogni sicurezza da attività che sono continuate anche dopo l’alluvione del 2015. È sotto la nostra lente tutto ciò che riguarda la messa in sicurezza del territorio – ha aggiunto Lupacchini – sia sotto il profilo delle attività che non si dovevano compiere che degli abusi e delle omissioni commesse in funzione del consentire un qualcosa che probabilmente non doveva essere consentito». Ma l’inchiesta è destinata ad allargarsi. «C’è una seconda parte dell’indagine in corso – ha detto Facciolla – e cercheremo di far luce sul perché sono accadute alcune cose, e perché ci sono state omissioni o siano state sanate opere abusive, costruite nel letto dei fiumi. L’alluvione del 2015, secondo i dati che abbiamo, è stato un evento normale, che è diventato straordinario solo per l’intervento dell’uomo sul territorio – ha detto Facciolla – perché l’alveo dei fiumi è stato molto ridotto». Non solo. Secondo indiscrezioni, il secondo troncone di indagine sarebbe in mano alla Guardia di Finanza e riguarderebbe una serie di abusi di ufficio, omissioni, falsi condoni concessi per estinguere i processi e i reati falsificando le ricevute di pagamento. Oltre a una serie di contributi all’agricoltura percepiti abusivamente». Ma per saperne di più bisognerà attendere il prossimo autunno.

Approfondimento

A Corigliano sono 104 gli edifici costruiti in aree a pericolosità R3 e, soprattutto, R4 ed in aree di attenzione di cui 83 realizzati senza permesso di costruire e 11 con permesso di costruire; 16 invece quelli edificati in aree a vincolo idrogeologico dei quali 4 realizzati senza permesso di costruire e 12 realizzati con permesso di costruire. A Rossano, invece, situazione più contenuta. Gli edifici costruiti in aree a pericolosità R3 e, soprattutto, R4 ed in aree di attenzione sono 21 di cui 14 realizzati senza permesso di costruire e 7 con permesso di costruire; sono 17, invece, quelli costruiti in aree a vincolo idrogeologico dei quali 13 realizzati senza permesso di costruire e 4 realizzati con permesso di costruire. Per un totale di 158 edifici finiti tra le maglie dell’inchiesta e tra le carte del decreto di sequestro preventivo emesso dalla Procura di Castrovillari.

CORIGLIANO ROSSANO, RESTA DA CAPIRE COME SIANO STATE SANATE ALCUNE AUTORIZZAZIONI A COSTRUIRE OPERE RISULTATE POI ABUSIVE

Concessioni edilizie selvagge e controlli inesistenti

Dal decreto di sequestro preventivo notificato ai 195 indagati accusati di dissesto idrogeologico, finiti nell’inchiesta della procura di Castrovillari dopo l’alluvione il 12 agosto del 2015 a Corigliano e Rossano, emerge con chiarezza come la pratica del “laissez faire” nelle concessioni edilizie e nei controlli andava per la maggiore. L’abitudine di costruire senza osservare le leggi e, soprattutto, senza nessun problema ha impressionato anche il capitano dell’Arma, Adolfo Mirabelli. «Alcuni degli immobili tra i 96 sequestrati – ha raccontato sempre in conferenza stampa – stavano per essere ingranditi: hotel in espansione, case private costruite su particelle agricole e manufatti al centro degli alvei del fiume».

Dai dati della perizia tecnica è rilevabile che, ad esempio, un alveo di un fiume di 16 metri (il Cannàta) era stato ridotto a 50 centimetri. Anche il torrente Gennarito restringe sensibilmente la sua sezione scendendo a valle passando da 28 metri, nell’area della linea ferroviaria “Sibari-Crotone” a 18 metri della foce.

Un restringimento più significativo dell’alveo si rileva nel caso del torrente Coriglianeto: da 113 metri misurati nel tratto a monte della linea ferroviaria “Sibari-Crotone”, la sezione si riduce drasticamente prima a 38 metri, immediatamente a valle della stessa, per poi raggiungere i 28 metri, a valle della Statale 106.

Sarebbero state queste le condizioni che avrebbero limitato sensibilmente la capacità dei torrenti di smaltire i notevoli quantitativi di acqua rispetto all’originario alveo naturale. Non è madre natura ma è opera dell’uomo. Dai dati dei pluviometri, infatti, risulta che s’è trattato di un evento normale, non straordinario, e con i dati alla mano i tecnici parlano di «un evento ordinario, non eccezionale”.

Il circolo vizioso che si sarebbe venuto a creare tra privati, ditte e amministratori è finito sotto la lente della Procura. Secondo indiscrezioni pare che le ditte abbiano chiesto permessi di costruire e sanatorie per gli interventi di costruzione richiesti e inoltrando anche istanze di modifica e riqualificazione riqualificazione in aree a rischio alluvione R3-R4. Permessi che, evidentemente, qualcuno ha firmato e approvato. E che ora trema.

 

CORIGLIANO ROSSANO, LA PROCURA È INTENTA A VERIFICARE SE LE CAUSE SIANO STATE SOLO NATURALI O ABBIA CONTRIBUITO PURE LA MANO DELL’UOMO

Partita l’inchiesta per far luce sull’alluvione dell’agosto 2015

Sarebbe stata la mano dell’uomo ad aver trasformato una grande pioggia in una catastrofe alluvionale.

Da quanto trapela pare che anche piazza Salotto sia stata costruita abusivamente, così come alcune sezioni dell’hotel Roscianum. Ma sono un centinaio gli immobili che avrebbero causato lo straripamento del “Flumen Luto” (Fiume di fango) e sequestrati dai Carabinieri Forestali del Gruppo di Cosenza, Reggio e Catanzaro oltre al Parco della Sila e del Pollino e ai Carabinieri della Territoriale grazie al lavoro della Protezione civile calabrese.

L’obiettivo dell’indagine firmata dal Procuratore della Repubblica, Eugenio Facciolla, e dal sostituto Valentina Draetta, in collaborazione con il gruppo guidato da Carlo Tansi, è stato quello di individuare le cause dell’evento alluvionale del 12 agosto del 2015 nelle zone dei comuni di Rossano e Corigliano, individuando tanto le cause naturali quanto, soprattutto, quelle legate all’opera umana.

Da un controllo è emerso come in Calabria e nei territori colpiti dall’evento, le 0:00 e le 24 del 12 agosto 2015 il solo pluviometro di Corigliano Calabro ha registrato complessivamente circa 230 mm di pioggia. Dall’analisi delle quantità di afflussi pluviometrici e conseguenti deflussi verificatisi durante l’evento si sono potuti ipotizzare “tempi di ritorno” comunque bassi, affermare così il carattere di non eccezionale dello stesso. Cause naturali marginali, insomma.

Tanta acqua non smaltita a causa delle barriere di cemento che sarebbero state costruite abusivamente dall’uomo: case, palazzi, piazze, condotte occluse, canali coperti, vasche di sicurezza del Crati e degli altri torrenti ricoperte di terra e coltivate (o venduti) abusivamente. Tra le cause ci sarebbero un’espansione edilizia intensa ed incontrollata, iniziata intorno alla fine degli anni 80’ e protrattasi fino al 2010-2011, opere di bonifica inadeguate o non completate, realizzate tra gli anni 70’ e 80’, interventi edificatori in aree a rischio-alluvione realizzati in violazione delle norme vigenti, una inadeguata progettazione e realizzazione di una condotta fognaria che attraversa l’alveo del torrente Citrèa realizzata in difformità dal progetto approvato, una scarsa manutenzione dell’alveo e degli argini dei corsi d’acqua. Tutto condito da presunte irregolarità amministrative dalla mancata attività di vigilanza e “polizia idraulica”. Fin qui il primo troncone. Secondo indiscrezioni, poi, il secondo – che potrebbe essere quello più interessante – sarebbe in mano alla Guardia di Finanza e riguarderebbe una serie di abusi di ufficio, omissioni, falsi condoni concessi per estinguere i processi e i reati falsificando le ricevute di pagamento. Oltre a una serie di contributi all’agricoltura percepiti abusivamente. Ma per saperne di più bisognerà attendere l’autunno.

Nomi, funzioni e responsabilità dei 195 indagati

Ecco i nomi delle persone finite nell’inchiesta della Procura di Castrovillari. La scrupolosa attività investigativa dei carabinieri forestali, coordinati dal colonnello Vincenzo Perrone, ha acceso i riflettori sulle ipotetiche responsabilità, a vario titolo, di ciascun indagato.

COMITATO TECNICO AUTORITA’ DI BACINO REGIONE CALABRIA

Giovanni Ricca, Salvatore Siviglia, Luigi Zinno, Domenico Genise, Giuseppe Iritano, Antonio Capristo, Vincenzo Marulla, Orsola Reillo, Giuseppe Calabretta, Domenico La Gamma, Eugenio Fausto Covello, Giuseppe Celsi, Domenico Catalfamo, Raffaele Niccoli, Livio Persano, Francesco Comito, Umberto Malagrinò, Gianpasquale Gatto, Francesco Nisticò, Marino Sorriso Valvo, Paolo Cappadonna, Claudio Caruso, Giuseppe Chiodo, Loredana De Ferraris, Mario Domenico De Luca, Fabbrizio Bruno Galli, Francesco Larocca, Tiziana La Pietra, Francesco Laudonio, Sergio Leonetti, Teresa Marsico, Luigi Maria Mollica, Annamaria Pellegrino, Maria Carmela Rechichi, Pietro Romano, Stefania Romanò, Olga Saraco, Antonio Servidio, Domenico Sicilia, Domenico Spadafora, Francesco Madia, Francesco Giordano, Pietro De Marco, Annarita Pulicani, Serena Doria, Vittorio Leonetti, Giuseppe Tavano, Dario Triboli, Paolo Saullo, Francesco Salomone, Giovanni Regina, Roberta Maletta, Giuliana Macaluso

AMMINISTRATORI DI ROSSANO E CORIGLIANO

Francesco Filareto, Giuseppe Antoniotti, Vincenzo Di Salvo, Giuseppe Giacomo Graziano, Pasqualina Straface, Giuseppe Geraci, Francesco Maria Saverio Favaro, Gilberto Capano, Antonio Giorgio Durante, Antonio Pisani, Franco Vercillo, Antonio Rizzuto, Francesco Basta, Giovanni Panico, Edmondo Biamonte, Francesco Bruno, Fiancarlo Granata, Mario Gerardo Oliverio, Mario Occhiuto, Giuseppe Colaiacovo, Antonio Molinari, Marsio Blaiotta

PRIVATI CORIGLIANO

Natale Gammuto, Fabio Pianeta, Leonardo Bonafede, Rosa Gentile, Salvatore Manfredi, Giovanni Battista Montalto, Ernesto Sallustro, Lucia La Sala, Antonietta Montalto, Francesco Montalto, Caterina Scarcella, Immacolata Policastri, Eugenio Conforti, Cosimo Acri, Elvira Toscano, Leonardo De Marco, Giovanni De Marco, Pietro De Marco, Ortenzia Curti, Giuseppina De Dominicis, Franco Gulini, Antonio Madeo, Giovanna Madeo, Filomena Marghella, Anna De Dominicis, Francesco Sisca, Maria Curti, Rosaria Fiorentino, Pietro Fiorentino, Lina De Luca, Francesco Iacino, Giuseppina Cosenza, Cosimo Zangaro, Carmelina Scarcella, Luciano Stefano Sisto, Giovanni Battista Cosenza, Rosa Cosenza, Giovanni Sisto, Pietro Francesco Cosenza, Giovanni Semeraro, Francesca Pagnotta, Angela Ripegno, Maria Luisa Piano, Luca Celico, Pasquale Lento, Pompeo Lento, Carmela Caputo, Francesco Le Pera, Antonio Rizzuti, Leonardo Rizzuti, Massimo Rizzuti, Adele Forte, Giorgio Avato, Luigi Longo, Rosa Morrone, Pasquale Arturi, Alfonso Cimino, Alberto Gobbi

PRIVATI ROSSANO

Alfonso Celestino, Teresa Scura, Serafino Calabrò, Giuseppina Calabrò, Teresa Concetta Boccuti, Sarmela Sapia, Maria Gisella Sapia, Antonio Corallino, Maria Lucrezia Cirillo, Raffaele Bonanno, Dorina Urso, Giuseppe Graziano, Antonio De Marco, Giuseppe Di Palma, Gian Cherubino Mauri, Ottavio Tosto, Margherita Mingrone, Antonio La Regina, Innocenza Antonella Morfù, Giovanni Lardino, Anna Lisa De Marco, Francesco Aloisio, Rosella Faraco, Mario Monaco

DITTE CORIGLIANO

Natale Alonia, Cataldo Russo, Agostino Madeo, Maria Filippelli, Antonio Capalbo, Luigi Sapia, Antonio Vitelli, Antonio Plastina, Giorgio Miceli, Gabriele Gallina, Pietro Paolo Oranges, Carlo Franco Villi Varani, Carmine Cofone, Alfonso Natale Piluso.

DITTE ROSSANO

Cosimo Graziano, Salvatore Graziano, Luigi Marino, Gianfranco Marino, Guglielmo Calabrò, Monika Szpak, William Grimoli, Vincenzo Lapietra, Angelo Cicero.

Tratto da: GazzettadelSud.it