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Libera Cinema in Libera Terra, nel Giardino della Memoria di San Giuseppe Jato: fino al 5 agosto il primo campo tematico di E!State Liberi sulla settima arte

Proiezioni, ma non solo: i partecipanti al campo “Se i muri potessero parlare” produrranno un racconto multimediale ed elaboreranno strategie per promuovere i beni confiscati e il loro utilizzo, incontreranno filmaker e familiari di vittime di mafia. Dal 26 agosto al 2 settembre a Genova al via “Ciak si gira!”, campo incentrato sulla realizzazione di spot e cortometraggi: lo strumento creativo per scoprire storie di riscatto dalla violenza mafiosa.

Un percorso di ricerca-azione per ideare insieme strumenti innovativi che diano voce al Giardino della Memoria di San Giuseppe Jato, bene confiscato alla mafia e luogo del tragico epilogo della detenzione del piccolo Giuseppe Di Matteo. Al via da oggi, fino al 5 agosto, il campo tematico di “E!state Liberi” sul cinema e le immagini in movimento: una settimana ricca di eventi, parte della tredicesima edizione di Libero Cinema in Libera Terra, festival promosso da Cinemovel Foundation e da Libera.

Insieme alla troupe della carovana di cinema itinerante contro le mafie – che dal 17 luglio sta facendo tappa nelle piazze e nei luoghi simbolo della legalità in Italia –  i partecipanti sperimenteranno azioni di promozione del festival sul territorio, producendo progetti e strategie da mettere in campo per ottenere migliori risultati nel comunicare i beni confiscati e il loro utilizzo.

Il Giardino della Memoria, a San Giuseppe Jato (Pa)

Se i muri potessero parlare” è il sottotitolo del campo che si propone di trasformare le storie del Giardino in un racconto multimediale, consentendo al bene confiscato di condividere l’importanza di un cambiamento. Con l’utilizzo delle immagini in movimento, il linguaggio globale più condiviso oggi, insieme a quello delle nuove tecnologie, si costruirà il racconto del riscatto sociale di una comunità.

La sera i campisti saranno invece invitati alle proiezioni dei film nelle piazze e nei beni confiscati del territorio. Il 3 agosto, alla Casa del Fanciullo di San Giuseppe Jato, in programma la visione del film di Daniele Vicari Prima che la notte, la storia del giornalista Pippo Fava che, dopo una lunga assenza, torna a Catania nel 1980.

Il suo progetto è aprire un giornale in cui chiamerà a scrivere una redazione composta nella quasi totalità da giovani per raccontare ciò che accade senza autocensure, in particolare nell’affrontare il racconto del fenomeno mafioso. Quello che emerge è il ritratto di un uomo di cultura, che ha saputo cogliere con ironia e autoironia il presente e diventare il “maestro” di una generazione di giornalisti, scrittori e autori.

Una scena del film “Prima che la notte”, di Daniele Vicari (2018)

La proiezione sarà preceduta da Mafia Liquida, performance tra cinema, fumetto e lavagna luminosa.

Tra le attività del campo, prevista inoltre la presentazione del caso studio “Me-Mo, Memorie in Movimento”, percorso multimediale ideato da Cinemovel per un bene confiscato alla ‘ndrangheta a Galbiate (LC) con la cooperativa “L’Arcobaleno”. Sarà possible incontrare film maker, giornalisti, esperti di media e comunicazione, sceneggiatori e rappresentanti delle istituzioni culturali del territorio; in programma anche visite, assieme ai soci e ai dipendenti della cooperativa “Placido Rizzotto Libera Terra”, sui terreni confiscati coltivati (vigneto, campi di ortaggi) e alla scoperta delle comunità e associazioni impegnate con Libera nell’Alto Belice Corleonese; ancora laboratori di co-progettazione per  la valorizzazione culturale del bene confiscato. Saranno presenti anche alcuni familiari delle persone vittime innocenti delle mafie, pronti a raccontarsi a cuore aperto.

Il Giardino della Memoria, a San Giuseppe Jato (Pa)

L’altro campo di “E!state Liberi” legato a Libero Cinema in Libera Terra si svolgerà dal 26 agosto al 2 settembre a Genova. “Ciak si gira” è il titolo di questo percorso che vedrà i partecipanti impegnati nella realizzazione di brevi spot e cortometraggi, entrando in tutte le fasi della narrazione, dall’ideazione al montaggio. Una settimana intensa finalizzata a scoprire, attraverso lo strumento creativo, piccole e grandi storie di riscatto dalla violenza mafiosa,  trasformando memoria e impegno in comunicazione visiva. Si tratterà di un’esperienza di puro video-making, per raccontare – attraverso un video – qualcosa che si ritiene importante.

Si lavorerà come una vera e propria troupe cinematografica, utilizzando tecnologie professionali; ogni partecipante metterà a disposizione del gruppo i propri talenti (come sceneggiatore, intervistatore, cameraman, attore/attrice, montatore) e le proprie capacità, scoprendone anche di nuove e interagendo quotidianamente con abitanti e associazioni del territorio. In programma continui collegamenti Skype con autori e registi vicini a Libero Cinema in Libera Terra cheserviranno ad allargare il confronto sulle storie in costruzione.