Amantea: Appalti truccati, arrestate sei persone di Molinaro, Storino e Badolati

Usura, toghe contro don De Masi Libera. Invece di denunciare consiglia di pagare
giugno 29, 2018
Limbadi: Autobomba, reggono le accuse davanti al Gip di Marialucia Conistabile
giugno 30, 2018

BLITZ DELLA GUARDIA DI FINANZA AD AMANTEA PER ORDINE DEL PROCURATORE PIERPAOLO BRUNI E MAURIZIO DE FRANCHIS

Assegnati ai domiciliari il comandante dei vigili urbani, un assessore e un funzionario comunale

«Ad Amantea i topi ballano». Ironizza così l’assessore in carica del Comune di Amantea, Emma Pati, finita agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Multiservizi”, condotta dalla Procura di Paola. Nella rete sono finiti amministratori, funzionari, dipendenti comunali e imprenditori. I finanzieri di Cosenza, assieme ai colleghi della tenenza di Paola e Amantea, all’alba di venerdì hanno eseguito sei misure cautelari emesse dal gip Maria Grazia Elia su disposizione del procuratore capo Pierpaolo Bruni e del sostituto Maurizio De Franchis. Tutti ritenuti responsabili di avere turbato gare pubbliche, procedimenti di scelta dei contraenti e in un caso anche di tentata concussione. Sotto la lente degli inquirenti è finita la gestione degli appalti pubblici nel Comune di Amantea, che ha riguardato in particolare servizi importanti come quello di derattizzazione e disinfestazione del territorio, la gestione dei lavori di assistenza e manutenzione del porto turistico, di refezione scolastica e anche la gestione dei parcheggi.

In carcere sono finiti Domenico Pileggi, lametino, (ex funzionario del Comune di Amantea con funzione nei servizi di manutenzione del porto e attualmente in servizio al Comune di Rizziconi) e Fabrizio Ruggiero, responsabile tecnico della Apa Multiservizi, la ditta della cittadina tirrenica che secondo l’accusa aveva la prerogativa sulla maggior parte degli appalti, da cui prende nome l’operazione condotta dalle Fiamme gialle. I domiciliari, invece, sono stati disposti nei confronti di Emma Pati (assessore al Comune di Amantea); Mario Aloe (responsabile pro tempore dell’ufficio Personale del Comune e attualmente dirigente); Emilio Caruso (comandante dei vigili urbani di Amantea); Giacomo Bazzarelli (appartenente alla polizia locale).

Nell’inchiesta risultano indagate anche altre dieci persone: Claudio Samà, Angelino Romeo, Pino Furfari, Gregorio Bruno, Gianluca Cannata (ex assessore al Bilancio del Comune di Amantea), Linda Morelli (ex presidente del consiglio comunale di Amantea); Anna Concetta Trafficante; Nicola Raso; Giuseppe Bazzarelli e Pasquale Lo Cane.

Per loro il gip non ha riconosciuto soltanto le esigenze cautelari ma ha evidenziato che «sussistono a carico di tutti gli indagati gravi indizi di colpevolezza» per come si evince «dagli atti depositati nel fascicolo del pubblico ministero a sostegno della richiesta di applicazione della misura cautelare» nei confronti di 16 persone.

«Un lavoro certosino – ha spiegato il procuratore Bruni -. L’obiettivo era quello di accaparrarsi gli appalti pubblici con condotte illecite. Tutto ciò creando un vulnus nell’imprenditoria sana e un danno ad altri profili professionali perché, secondo questo sistema, chi non aveva entrature rimaneva fuori. L’attività investigativa ha cercato di spezzare tale sistema. Da un anno, cioè da quando mi sono insediato, c’è un gruppo che lavora specificatamente sui reati contro la pubblica amministrazione sui quali è necessaria una grandissima preparazione e una conoscenza a mena dito delle sentenze del Consiglio di Stato».

I dettagli dell’inchiesta sono stati illustrati dal colonnello della Guardia di finanza Mario Grazioli e dal capitano della compagnia di Paola, Paolo Marzano. Le indagini sono partite da un attentato intimidatorio avvenuto a Paola.

E da lì sono stati ricostruiti accordi clandestini e collusioni tra soggetti pubblici e privati per assegnare i lavori. Con un notevole giro d’affari: 170mila euro per il porto; 150mila per il servizio mensa; 10mila per quello di derattizzazione e 38mila euro per la gestione dei parcheggi.

Le intercettazioni inguaiano il responsabile della polizia locale

di Francesco Maria Storino

Proroghe pilotate per garantire il lavoro alle ditte amiche. È il caso delle strisce blu, un appalto di 38mila euro, nel quale anche il comandante della polizia municipale di Amantea, Emilio Caruso, finisce nella rete della Procura e della Guardia di Finanza. È indagato per turbata libertà degli incanti in concorso con Fabrizio Ruggiero, Linda Morelli, Giacomo Bazzarelli (agente della municipale) e Giuseppe Bazzarelli.

Gli accordi clandestini del gruppo sono stati abilmente scoperti grazie alle intercettazioni delle fiamme gialle. Linda Morelli, ex presidente del civico consesso di Amantea, avrebbe già nel lontano 2015 rassicurato l’imprenditore Fabrizio Ruggiero che sarebbe stato prorogato l’appalto il gestione alla Ati dei parcheggi (formato da Apa Mutiservizi e cooperative donne al lavoro). I due Balzarelli avrebbero promesso quindi di posticipare la richiesta di Durc relative alla regolarizzazione della posizione contributiva. In modo quindi da permettere alla cooperativa di venirne in possesso. Caruso pur consapevole dell’irregolarità avrebbe firmato in qualità di comandante della polizia municipale. In tal modo sarebbe stato turbato al fine di stabilire il contraente il procedimento amministrativo.

Nelle intercettazioni emerge come un indagato abbia appreso dal comandante della polizia municipale che è stato presentato un esposto sulla gara dei parcometri all’Anac. Dalle captazioni ambientali c’è la preoccupazione di non poter partecipare alla gara. Ma così poi non sarà grazie alle intercessioni della politica amica.

Il comandante Emilio Caruso è finito ieri mattina ai domiciliari assieme a Giacomo Bazzarelli istruttore di polizia municipale. Caruso era stato pure nominato consulente a Tropea, dalla commissione prefettizia intervenuta dopo lo scioglimento per mafia del comune vibonese. Anche a Tropea si occupava di Polizia locale e inoltre di Protezione civile.

Il comandante, al momento sospeso dall’incarico per effetto della misura cautelare, si protesta innocente.

I manzoniani personaggi smascherati dai Pm in riva al mar Tirreno

di Arcangelo Badolati

Un ginepraio di norme, decreti, leggine, regolamenti che rendono tutto nebuloso, confuso e… possibile. Muovendosi nella “selva selvaggia aspra” del sistema amministrativo pubblico si trova sempre un modo per aggirare un principio, saltare un ostacolo normativo, trovare una soluzione “comoda” e “favorevole”. Alessandro Manzoni raccontò una delle più grandi verità dando voce ad uno dei personaggi più celebri dei Promessi Sposi, il dottor Azzecca-garbugli, attraverso il quale intese dimostrare la credibilità d’un famoso brocardo: “Fatta la legge trovato l’inganno”. Ecco, nell’area tirrenica del Cosentino per molto tempo le leggi sono state eluse “allegramente”, trovando una “scappatoia”, un sicuro inganno per fare ciò ch’era vietato. Il procuratore Pierpaolo Bruni, che ama la letteratura e il diritto, dev’essersi accorto, appena messo piede in riva al mare, che l’intuizione manzoniana aveva trovato nel Paolano concreta attuazione. E sono cominciati i guai perché ha preso a spulciare atti e delibere di numerosi comuni alla ricerca di possibili emuli del personaggio inventato dal grande narratore lombardo. E qualche traccia, negli ultimi mesi, deve averla trovata visto che sta firmando deleghe d’indagine a pioggia per far compere accertamenti in molti municipi.

«L’indagine» ha detto ieri il magistrato «ha dimostrato che ci sono imprese favorite e questo crea un danno enorme alla società. Il danno fa riferimento a due ordini di motivi: da una parte, infatti, si va a scapito di chi lavora onestamente, che viene ingiustamente penalizzato, e dall’altra perché per le imprese sane non poter lavorare significa dover licenziare e di conseguenza creare disoccupazione e disagio in tante famiglie». Le leggi infatti garantiscono tutti, gl’ingarbugliati trucchi solo qualcuno…

 

Tratto da: Gazzetta del Sud